Data: 
Martedì, 4 Settembre, 2018
Nome: 
Roberto Morassut

Presidente, il Ministro Toninelli oggi ha replicato in tono minore, con meno tempo e con meno argomenti, la sostanza di questa relazione che ci ha presentato in Commissione bicamerale pochi giorni fa: una requisitoria sul passato (ma le requisitorie le fa la magistratura) senza nessuna proposta concreta, solo vaghi titoli. In questa vicenda il Governo ha scelto una strada sbagliata, la strada della propaganda, ed è un errore che pagherete, non soltanto per le accuse che ci avete rivolto e che possono essere ribaltate ad una parte della vostra maggioranza, ma soprattutto per il messaggio di confusione e di odio che avete trasmesso al Paese in un momento in cui c'è bisogno di concretezza, entro certi limiti anche di collaborazione. I cittadini aspettano decisioni, c'è angoscia, oggi ci sono state delle proteste davanti alla regione Liguria, ma dopo venti giorni non si capisce come intendete procedere sulla ricostruzione del ponte e su tutto il resto. Avete aperto un fronte, quello delle concessioni, delle nazionalizzazioni, dal quale non riuscite più a uscire, perché avete detto di tutto: revoca delle concessioni (ancora oggi), revisione delle concessioni, nazionalizzazioni, e poi è arrivato anche il presidente del Veneto, Zaia, a parlare di regionalizzazione dei servizi; tutto senza mai una cifra, senza un piano finanziario, senza un elemento di concretezza.

Si è detto: verità e giustizia; allora vediamole alcune di queste verità sulle concessioni. Sarebbe interessante rifare la storia delle privatizzazioni e delle concessioni autostradali dalla fine degli anni Novanta e dei rapporti tra lo Stato e gestori attraverso i Governi ed i diversi colori politici dei Governi, perché in questa storia si scoprirà probabilmente, anzi sicuramente, che c'è chi ha tentato di mettere dei paletti e li ha messi e chi invece ha lavorato per togliergli. È la storia del passaggio decisivo del 2008, che è stato ricordato qui, e che anche lei ha ricordato, quando il Governo Prodi non ebbe il tempo di portare un provvedimento in Parlamento che fu modificato poi dal Governo Berlusconi, togliendo le prerogative di maggiori controlli sui rendimenti, sui controlli, sugli investimenti, e portando ad un imbavagliamento del Parlamento con le modifiche che il Governo Berlusconi fece, che tolse alle Commissioni parlamentari e agli organi di vigilanza la possibilità di discutere le concessioni, che furono approvate per legge (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)! Chi c'era in quel Governo? C'era il presidente del Veneto, Zaia, che era Ministro, il Viceministro Castelli, e c'era il leader della Lega, il Ministro Salvini, che adesso parla di un errore - un errore! -, l'errore di aver congelato delle concessioni senza il parere del Parlamento. Beh, questi, colleghi dei Cinquestelle, sono i vostri alleati, quelli che giorno dopo giorno vi stanno mangiando l'anima in questa esperienza di Governo.

E se volessimo andare più avanti a parlare di verità, ce ne sarebbero ancora tante altre da dire. Noi abbiamo iniziato un percorso vero, concreto, di modifica del regime delle concessioni, e lo si vede dai dati, che sono diversi da quelli che lei ci ha offerto: ci ha portato dei dati falsi, Ministro! Lei ci ha portato dei dati falsi anche in Commissione, che dovrà andarsi a ripassare. Per esempio, anche il fatto dei controlli, del numero delle iscrizioni che sono state effettuate tra il 2014 e 2017: non sono diminuite, ma sono aumentate di tre volte! Così come quello che riguarda la segretazione degli atti: chi ha iniziato la pubblicazione degli atti con il codice degli appalti? Il Governo Gentiloni ed il Ministro Delrio! Così come quella che voi chiamate proroga delle concessioni al 2042: era un timing per consentire la realizzazione di nuovi investimenti, perché voi avete parlato di fare le manutenzioni e contrapponete le manutenzioni alle nuove opere, ma questo è un Paese fragile che ha bisogno sia delle manutenzioni che delle grandi opere!

E non si può stare quindici anni a discutere di una grande infrastruttura come la Gronda, perché vuoi o non vuoi le opere e il capitale fisso di questo Paese invecchia, è in parte anche questa la storia del crollo del ponte Morandi.

Non buttate la palla in tribuna con le nazionalizzazioni; noi che veniamo da sinistra, abbiamo spesso usato l'archibugio del populismo e anche della propaganda, ma sono arnesi che possono esplodere in mano e questo capiterà anche a voi, quando non porterete i risultati che i cittadini aspettano.

Vi sfidiamo sulla giustizia, Genova aspetta; qual è il modello gestionale che intendete proporre, qual è la procedura, quali sono le risorse per la ricostruzione? Non avete portato nulla di tutto questo, dovete portare provvedimenti, non chiacchiere; aspettiamo una proposta seria.

Genova è una città infartuata, è una città che ha subito un danno che va oltre la caduta del ponte e non può affidarsi soltanto alla generosità di personalità, come Renzo Piano, che hanno offerto il loro genio per la ricostruzione della città. È venuto giù un pezzo dell'Italia degli anni Sessanta. Il panorama che si vede dalle fotografie di Genova fotografa una storia urbanistica di questo Paese che è un'eredità pesante che ancora ci portiamo dietro. Quel ponte fu progettato e realizzato negli anni del tentativo del golpe De Lorenzo, del piano Solo contro la riforma urbanistica e a guidare quel tentativo di golpe fu un personaggio, un generale dei carabinieri, che poi andò a sedere nei banchi del Movimento Sociale e cioè della destra e dei padri della destra attuale, perché la storia ha le sue continuità e il fascismo non è stato solo violenza e criminalità, ma è stato anche blocco dello sviluppo del Paese e tentativo di bloccare la democrazia, anche nelle trasformazioni del Paese.

Ora, voi avete parlato di manutenzione, ma i numeri degli interventi per la manutenzione e degli interventi per le nuove opere sono quelli che sono stati dati, recentemente, dal Ministro Delrio. Sarete all'altezza di queste azioni dei Governi che vi hanno preceduto? Non delle chiacchiere e delle accuse; 130 miliardi di programmi per nuove opere e manutenzioni, 70 miliardi di investimenti fatti per manutenzioni da RFI e ANAS. Sarete all'altezza di questi programmi? Vi verificheremo sui fatti. Il tempo delle parole, il tempo della propaganda è terminato.

Noi saremo senza selfie e senza i selfie che voi vi siete fatti fare durante i funerali, senza televisioni e senza fanfare, sul territorio, a Genova, con i cittadini, con i militanti e con i nostri eletti per verificare e capire quale sarà la proposta che voi porterete per dare una risposta ai cittadini di Genova